La nostra splendida storia a tre, io Davide e il nostro “labrador da fidanzamento”, è finita purtroppo all’improvviso con un brutto incidente in cui Lucky ci ha lasciati.

Dopo la sua morte prematura ho avuto una specie di esaurimento nervoso. In una settimana ho perso 8 kg e come si toccava l’argomento non potevo che piangere disperatamente. Improvvisamente avevo perso il mio migliore amico, il mio puzzone peloso. Non potevo più addormentarmi con lui, non potevo più arrabbiarmi con lui quando rubava il cibo ai gatti, non potevo tornare a casa sapendo che mi aspettava scodinzolando. Mi mancava tutto: il suo nasone umido, i suoi polpastrelli antistress con cui mi rilassavo la sera sul divano, il mio migliore amico. Ero distrutta.

Preoccupati dal mio stato d’animo e dalla perdita di peso mia mamma e Davide pensano di andare subito a prendere un nuovo labrador e arriva Beatrice, una cucciolotta in “saldo” come Marley del famoso film, scartata da tutti perché aveva un polpastrello leggermente storto.
Bea entra nella mia vita in punta di piedi, ha quasi 5 mesi e i suoi occhi dolci sembrano comprendere il mio dolore.

Ammetto di non averla amata subito perché stavo soffrendo ancora tanto per Lucky, ma lei ha saputo attendere.
L’amore è paziente, l’amore è gentile e Bea è proprio così, paziente e gentile. Ama più di ogni altra cosa la palla, dalla mattina alla sera è tutto un ininterrotto “tira la palla, dammi la palla, giochiamo a palla”.

E’ fantastica, aveva palle e palloni di ogni tipo e li custodisce gelosamente nella sua cuccia, sono il suo tesoro!
Bea è anche un grandissima nuotatrice, andiamo sempre al mare insieme stiamo ore e ore in acqua senza mai stancarci, poi sfinite ci sdraiamo al sole. Facendo tantissimo movimento è sempre in perfetta forma, e le sue orecchie sono bellissime, le più perfette che io abbia mai visto! Quando sono nati i miei bambini lei è letteralmente impazzita di gioia: dei piccoli umani da strapazzare che… gli tirano la palla!
E’ stata la migliore delle amiche e la migliore delle baby sitter.

 

>Leggi anche l’articolo su Lucky, un labrador da fidanzamento, e il suo arrivo in famiglia.

Dirsi addio

Una mattina Bea, stranamente, non viene a salutarci a colazione con la palla in bocca per i consueti allenamenti mattutini e i miei bambini subito si allarmano: “mamma, come mai Bea non viene?”
Onestamente non ci ho fatto caso perché come sempre siamo in ritardo sulla tabella di marcia: colazione, merenda negli zaini e scuola… ma i bambini hanno ragione!

Bea è nella sua cesta, gonfia, enorme… l’abbiamo portata subito dalla veterinaria, e purtroppo il verdetto non è dei migliori: tumore al pancreas e alla milza con metastasi ovunque. Nonostante l’età e tutte le controindicazioni del veterinario decido di operarla perché egoisticamente mi spaventa l’idea di perderla, non può succedere di nuovo!

L’indomani la veterinaria viene a casa e mi aiuta a caricarla in macchina. Il maremmano Dado ci ringhia ed ulula in un modo spaventoso, come non ha mai fatto. La veterinaria mi guarda: “Ma Dado fa sempre così?”
“No, in realtà non l’ha mai fatto.”
“La sta salutando, sa che questo è un addio.”
Se ci ripenso adesso mi vengono i brividi ma al momento non do assolutamente nessun peso a quelle parole perché sono troppo impegnata a trasportare Bea. Prima di addormentarla ci facciamo un selfie, non voglio dimenticare quel momento (e oggi sono felice di averlo fatto). Circa 30 minuti dopo la veterinaria mi chiede di entrare. Bea è sul tavolo, il suo addome sofferente “aperto”. Vedo il tumore e tutti gli organi compromessi, mi spiega che anche “ripulendo” tutte le metastasi, sono così estese che nel giro di una settimana sarebbe tornata nella stessa identica situazione.

Bea ha 14 anni, ha fatto una bella vita, è stata amata, adesso sta dormendo, possiamo mandarla tra gli angeli senza farla soffrire. Lei, ma per me…MAMMA MIA CHE COLPO AL CUORE! La veterinaria mi spiega tutto sull’eutanasia ma le mie orecchie in questo momento non sentono niente. Come si fa a decidere di porre fine alla vita del tuo migliore amico, chi sono io per decidere, perché devo decidere. Io piangevo e la veterinaria piangeva con me.

Chiamo mio marito ed Elisa, la mia migliore amica: ho bisogno di un consiglio perché io non riesco a prendere quella decisione, ma alla fine do il consenso all’eutanasia e resto con lei fino a quando il suo cuore non si ferma. E’ straziante, ci vuole un amore infinito per decidere di far volare via chi sia ama e il cuore non guarisce mai, si adegua, va avanti, ma la ferita rimane per sempre, ed è giusto così.

 

Il parere della nostra veterinaria Cristina:

Decidere di mettere fine alla sofferenza del nostro cane non è mai facile. È una questione di cui molte persone preferiscono non parlare fino a quando non sono costrette a farlo. È molto importante però essere preparati e sapere cosa ci aspetterà prima, durante e dopo l’eutanasia del cane. L’eutanasia: che cos’è?

L’ eutanasia è l’atto di porre dolcemente fine alla vita di un animale con lo scopo ultimo di evitargli inutili sofferenze. La soppressione del proprio cane rappresenta la soluzione ultima che deve essere presa in accordo con il veterinario e dopo una rigorosa e precisa riflessione.

In particolare il veterinario dovrà valutare con attenzione due principali aspetti: da un lato la qualità della vita del cane e dall’altro le ripercussioni sulla vostra vita quotidiana. Il veterinario ha un ruolo chiave. È in grado di capire quando il cane non può più continuare a vivere senza soffrire troppo e in modo emotivamente distaccato deve farvi comprendere quando l’accanimento terapeutico non ha più senso.

In linea generale è opportuno prendere in considerazione l’ipotesi dell’ eutanasia quando la qualità di vita dell’animale non è più accettabile. Come in caso di cani anziani oppure malati agli ultimi stadi di una patologia incurabile, per la quale le cure palliative non hanno più effetto.