Quando i gatti conducevano una vita prevalentemente randagia o si intrattenevano solo per poco tempo nelle nostre case, la loro vita media era più breve e molte patologie, oggi frequenti, erano rilevate di rado da noi Medici Veterinari perché non arrivavano a manifestarsi.

Oggi, invece, i nostri amici possano tranquillamente raggiungere età quasi impensabili fino a poco tempo fa e arrivare, e spesso superare, i 20 anni. Possono così comparire patologie caratteristiche dell’età geriatrica, tra cui l’Ipertiroidismo che si manifesta in media all’età di 13 anni.

 

I sintomi compaiono uno alla volta e in genere sono sottovalutati dal proprietario che non gli dà molto peso attribuendoli semplicemente all’avanzare dell’età.

Solo quando la sintomatologia diventa problematica si rivolgono al Medico Veterinario segnalando che hanno notato da tempo una sete più intensa, un aumento delle emissioni di urina, una fame eccessiva, la comparsa ripetuta di vomito e dissenteria, il pelo “brutto”.  Il campanello d’allarme, per il proprietario, è sempre la perdita di peso, a volte improvvisa, associata a fame irrefrenabile.

La causa di questa anomalia è quasi sempre una neoplasia alla tiroide, una piccola ghiandola endocrina posizionata nella parte alta del collo, sopra la laringe, che si apprezza alla palpazione solo se aumenta notevolmente di volume fino a raggiungere la dimensione, all’incirca, di un fagiolo.

La diagnosi può essere facile se, oltre ai sintomi, si evidenzia l’ingrossamento della ghiandola, ma è sempre opportuno sottoporre il nostro gatto ad esami più mirati: un esame biochimico completo con specifica ricerca degli ormoni tiroidei definiti T3 e T4,un eventuale elettrocardiogramma ed ecocardio per escludere un coinvolgimento cardiaco, quasi sempre presente, un’ ecografia della tiroide. La biopsia tiroidea è sconsigliabile perché sempre rischiosa date le piccole dimensioni della ghiandola.

L’aspetto positivo è che nel 95% dei casi la neoplasia è di origine benigna ma, anche in questo caso, comporta diversi problemi.
Una volta ottenuta una diagnosi certa, la terapia va sempre discussa col Medico Veterinario che ha in cura il gatto, che è il professionista che lo conosce meglio e può valutare quale sarà la terapia migliore tra tiroidectomia (rimozione chirurgica della tiroide), chemioterapia  (somministrazione di farmaci antitiroidei ), radioterapia (esposizione a radiazioni ionizzanti) consigliata però solo in casi particolari.

La somministrazione di un farmaco antitiroideo, fino a tre volte al di, è quella più frequente perchè da in genere ottimi risultati.
Qualunque sia la terapia scelta, il gatto dovrà essere monitorato per valutare il miglioramento dello stato di salute.

 

Vi invito a leggere o rileggere l’ articolo sui dissuasori di fiamma per capire come anche alte dosi di sostanze tossiche possano modificare pericolosamente l’andamento dell’organismo.